Ho preso alcune bottiglie molto interessanti nel mio ultimo viaggio, nella campagna romana. Bianchi e Rossi provenienti da Genazzano, Olevano Romano e Piglio. Mi ha molto colpito il vino Cesanese di cui voglio parlare in questa rubrica.
Ci sono due tipi distinti di Cesanese. Il Cesanese “comune” è il più diffuso e si distingue per la maggiore dimensione delle bacche e la maggiore resistenza rispetto al Cesanese d’Affile che è il più pregiato tra i due. Il Cesanese d’Affile viene utilizzato nella produzione di vini DOC di Olevano Romano e Affile e dei vini DOCG del Piglio. Il Cesanese prodotto nel Comune di Piglio ha ottenuto il riconoscimento DOCG nel 2008 ed è stata, sorprendentemente, la prima zona DOCG del Lazio.
Si pensa che l’uva Cesanese sia originaria del Lazio e potrebbe avere radici fin dai tempi dell’antica Roma.
Curiosità: L’uva Cesanese è stata scelta dalla ex pornostar Savanna Samson come l’uva principale nella sua azienda vitivinicola “Sogno Ono”.
Ma forse è meglio tornare a parlare del Cesanese… Il vino che mi sono portato a casa è una rara bottiglia di Cesanese del Piglio del 2013. La città di Piglio si trova a sud di Roma ed è quasi al confine tra la provincia di Frosinone e quella della capitale. L’area è in qualche modo collinosa ed è difficile da coltivare viste le pendenze del terreno. Il Cesanese è coltivato su circa di 1000 ettari in tutta l’Italia, anche se non sono riuscito a trovare un dato specifico per il comune di Piglio. Il vino “secco” prodotto dal Cesanese è un fenomeno relativamente recente in quanto, tradizionalmente, le uve in precedenza venivano sempre impiegate pèr ottenere dei vini dolci o frizzanti. Nel mio viaggio, il primo assaggio di Cesanese è stato quello con il Waco Superiore della cantina Le Cerquette di Olevano Romano. Ottima impressione.
Il Cesanese che mi sono portato a casa invece è stato un Cesanese del Piglio del 2013. Nel bicchiere, il vino aveva un colore rubino medio e un naso moderatamente aperto con aromi di prugna nera piccante, amarene e chiodi di garofano. Il vino era di medio corpo con alto acido e senza tannino. C’era un sentore di note speziate (chiodi di garofano in particolare) e un retrogusto morbido di amarena. L’acidità gli dava un gusto brillante e succoso. Quando aprii la bottiglia, questo Cesanese iniziò a liberare alcuni sapori di uva passa e prugna, che non erano affatto sgraditi. Quattro anni sono molti per un Cesanese, ma il vino è stato molto piacevole e facile da bere. Normlamente questo vino dovrebbe essere bevuto più giovane, ma in questo caso la prova del tempo è stata superata a pieni voti.