Il Negramaro: tutto quello che c’è da sapere

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Il Negramaro è un vino dalla lunga storia, legata indissolubilmente al territorio di provenienza: il Salento.

La Puglia, soprattutto negli ultimi anni, sta vivendo un grande momento nel settore vitivinicolo con una produzione tra le maggiori in tutta l’Italia, che spicca sia per varietà che per qualità.

Questo vitigno a bacca nera viene coltivato prevalentemente nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce già da tempi molto antichi. Si dice infatti che siano stati i Greci ad introdurre nel territorio la coltivazione di questo vitigno. Per questo motivo è considerata una delle coltivazioni più primitive della Puglia.

Il Negramaro è conosciuto con tanti nomi, viene chiamato anche Negro Amaro, Vino Leccese o Nicra Amaro. Sono molte anche le storie legate all’origine del suo nome, qualcuno dice che derivi dalla pronuncia salentina di “Nero Amaro”, altri dicono che si riferisca alle sue caratteristiche ed in particolare all’aspetto scuro (Negro) e al suo gusto (Amaro).

Ma se tanti sono i nomi, unico è il sapore che lo ha reso famoso in tutto il Mondo.

Caratteristiche del vitigno Negramaro

Il Negramaro non ha sempre goduto di grande fama. Un tempo era considerato un prodotto di scarsa qualità e i coltivatori del luogo non conoscevano le grandi potenzialità di questo vitigno.

Per questo veniva utilizzato per tagliare altri vini dal basso tenore alcolico, soprattutto del nord Italia e della Francia. Il mosto ricavato da questo vitigno, infatti, era caratterizzato dall’elevata presenza di zuccheri che lo rendevano molto alcolico. Per questo i produttori del Nord lo acquistavano per mescolarlo ai loro uvaggi, ottenendo così un vino dal sapore più forte.

Il vitigno è ben coltivato nella zona del Salento grazie alle caratteristiche del terreno e del clima. Il Negramaro, infatti, predilige climi caldi e asciutti e terreni calcarei.

Il grappolo di Negramaro è di media grandezza e di forma conica. I suoi acini sono grandi, di colore scuro tendente al nero, caratterizzati da una spessa buccia pruinosa. La produzione è abbondante e la crescita della vite deve essere controllata con drastiche potature per evitare raccolti di minore qualità.

La vendemmia è abbastanza tardiva e avviene intorno alla seconda decade di settembre. La polpa di queste uve è dolce e molto succosa.

Il Negramaro non ha bisogno di molto tempo per l’invecchiamento e viene messo sul mercato circa 6 o 12 mesi dopo la raccolta.

A partire dalla metà degli anni Cinquanta i produttori vinicoli del Nord Italia smisero di acquistare il mosto di Negramaro, questo significò dapprima una crisi del settore, ma anche una presa di coscienza da parte dei suoi coltivatori. Da qualche anno a questa parte, infatti, il prodotto ha trovato una nuova gloria grazie alla sua vinificazione in purezza.

Oggi il Negramaro è un vino conosciuto e apprezzato e la sua qualità è stata riconosciuta anche grazie all’apposizione dei marchi DOC e DOCG.

Caratteristiche del Negramaro

Per poterne cogliere al meglio tutte le caratteristiche, questo vino va servito in appositi calici da vino rosso, ad una temperatura che va dai 15° ai 16° C. In questo modo è possibile apprezzarne sia le caratteristiche visive che quelle organolettiche.

Alla vista il Negramaro si presenta con un color rosso rubino scuro, deciso e forte, con riflessi che tendono al nero. All’olfatto si percepiscono profumi fruttati, soprattutto frutti di bosco, molto intensi e vaghi sentori di tabacco. Il gusto è intenso e pieno, asciutto e leggermente amaro.

Queste appena descritte sono le caratteristiche generali, ma ogni vino (prodotto dalle varie cantine presenti nel territorio salentino) è ovviamente diverso dall’altro: alcuni produttori conferiscono al Negramaro connotazioni più sapide, altri ne realizzano varietà più speziate e altri ancora più delicati.

Il Negramaro resta comunque un prodotto molto versatile e viene utilizzato per creare vini DOC, sia rosati che rossi, dal sapore altrettanto delizioso. Il Salice Salentino, ad esempio, viene realizzato con l’85% di Negramaro e con il 25% di Malvasia Nera.

Cosa abbinare al Negramaro

Il Negramaro è un vino per tutto il pasto e si accompagna bene ad una serie numerosa di piatti.
Si associa in modo armonico soprattutto alla carne, meglio se rossa, e alla selvaggina, ma può essere accostato anche ai formaggi ben stagionati.

Ovviamente l’ideale è servirlo con piatti della tradizione salentina, come gli involtini di carne (“gnummareddi”) o le “sagne ncannulate” (una pasta fatta in casa con un sugo di ceci).

Sulla tavola di ogni giorno, invece, può essere accompagnato da una pasta al forno come le lasagne, oppure ad un secondo di carne come il coniglio alla cacciatora.

La variante rosé, infine, si abbina bene anche a pesce e molluschi.